lunedì 3 gennaio 2011

01.01.11

Dedicato alle ultime ruote del carro

Uno. Uno. Doppio uno. Il primo giorno dell’anno. Il primo di tutti. Gli altri 364 vengono dopo. Ci si ricorda sempre del primo. Degli altri un po’ meno, tranne qualche rara eccezione. Ma non sempre il numero 1 vince. Non ci credete? E allora facciamo un gioco. I primi contro gli ultimi, come in una partita vera.

A scuola, interrogazione. “Vediamo un po’… Giannotti interrogato! Tu per primo”. Gli altri, nel frattempo, ripassano quello che non avevano studiato. O, meglio ancora, se ne stanno tranquilli perché dopo avere dato 4 a te, interrogherà la secchiona della classe per par condicio (e un po’ perché siamo sotto Natale e non si infierisce). Risultato: 1-0 per gli ultimi.

Alla posta, in coda. Ma neanche per sogno! Hai preso il biglietto n. 1. Eccheccazzo! Godi come un riccio e ti giri a guardare gli sfigati dietro di te. Hai la faccia di Paul Newman ne “Lo spaccone” e il mondo ai tuoi piedi. Ma per essere arrivato primo hai fatto una fila di un’ora fuori dall’ufficio postale, 5 gradi sotto zero. Il giorno dopo sei a letto con un febbrone da cavallo e la papalina in testa come un ottantenne. Però nel portafogli hai la ricevuta n. 1. Bel pirla! 2-0 per gli ultimi.

A tavola, pranzo di Natale. Hai una fame che ti mangeresti il tavolo. Infatti te ne sei già rosicchiato un pezzo ma la tovaglia è abbondante e l’angolo mancante non si vede. Ti servono per primo. Madonna santa, finalm… Alt! Non comincerai mica da solo, maleducato! Si inizia a mangiare quando tutti saranno serviti. Solo che vieni dal sud, e prima di te vanno serviti altri 42 terroni famelici. L’ultimo mangia la pasta al forno fumante. Tu che ce l’hai lì nel piatto da mezz’ora hai bisogno di martello e scalpello per staccarne un boccone. Preferisco il tavolo… 3-0 per gli ultimi.

Sempre a Natale, tombolata. Trentacinqueeee... Ambo! Non hai mai vinto una mazza in vita tua e corri dal Pippo Baudo di turno sventolando la tua cartellina, come un bimbo a cui hanno regalato la prima bicicletta. Ma il regalo non è quello. Tu vinci una schifosa palla di vetro, di quelle che se le giri fanno la neve. Non capisci proprio una fava. E’ l’ultimo quello che vince il regalo più bello. Tombola!!! Il rag. Scoreggini vince una crociera ai caraibi. Ma non ci andrà. Gli hai tirato in testa la palla di vetro ed è crollato al suolo. Magra consolazione. 4-0 per gli ultimi (anche se meriteresti il 3-1 per la mira).

In chiesa, messa di fine anno. “Gli ultimi saranno i primi” disse Gesù. E qui non si scherza. Se sei cristiano, devi avere fede. Lo dice lui quindi ha ragione.
5-0 per gli ultimi.

E adesso passiamo allo sport. Roba tua. Qui i primi vincono facile il loro punto. O no? Eppure anche tra chi trionfa l’ultimo ha sempre qualcosa di speciale. Facciamo un esempio. Finale di Champions League a Manchester (credo). Milan – Juventus. Si va ai rigori. Shevchenko calcia l’ultimo rigore. GOOOL!!! Il Milan è Campione d’Europa. Sheva su Dida, e poi tutti su Sheva. Manco avesse vinto la Coppa da solo. Eppure le immagini dei telegiornali sono quelle. L’ultimo vince quasi più degli altri. Chi ha segnato il primo rigore non se lo ricorda nessuno (e io non faccio eccezione).

In 25 anni ho vinto e perso tante partite. Tra quelle che considero ancora oggi le mie vittorie più belle da allenatore ricordo due partite su tutte. E in entrambe, come per magia, furono determinanti le cosiddette "ultime ruote del carro" (o quasi). Due giocatrici che, nelle loro rispettive squadre, non erano certo considerate “er mejo d’a piazza”. Ma che, nella vittoria più bella della loro squadra, vinsero in campo forse più degli altri. Che meraviglia…

Certo, la maggior parte delle volte nello sport non va così. Ma quando questo accade sembra proprio un disegno divino.