lunedì 22 novembre 2010

Non può piovere per sempre

Dedicato a chi si ostina a credere

Nessuno sembrava darle retta e lei si arrabbiò. A modo suo. Ne fece scendere ancora, e poi ancora, e poi ancora… La città era allagata, la gente stanca e cupa ma, nonostante tutto, uomini e donne si limitavano a camminare sotto l’ombrello. O a continuare a lavorare, ad andare a scuola, a lamentarsi di quanto fossero esausti. O, più semplicemente, a spiare attraverso le tende mentre l’acqua continuava a scendere e maledicendo il mondo intero. Ma nessuno si chiedeva il perché. Nessuno poteva o voleva capire. “E allora continuerò fino a quando qualcuno non capirà” disse tra sé e sé. “E’ mai possibile che nessuno in questa città si accorga di quanto poco possa bastare per far tornare mio fratello?” La pioggia aveva deciso che il mondo, attraverso di lei, si sarebbe accorto dei suoi errori. Sorella pioggia, stavolta, si era incazzata davvero.

Se ne stava nascosto dietro alle montagne. Ed era la vergogna a tenerlo nascosto. Lui si era fidato degli esseri umani ma loro sembravano come paralizzati, vuoti, assenti. Continuava a rimuginare le stesse parole: “Ve lo avevo detto… Il mio calore in realtà è il vostro. Dipende da voi”. Sua sorella era stata saggia e lui lo sapeva. Fratello Sole aveva scaldato la città per lunghi anni ma, quando Sorella Pioggia si era arrabbiata in quel modo, non c’era stato nulla da fare. Per spazzare via le nuvole, le grandi alleate di Sorella Pioggia, Fratello Sole aveva bisogno della gente. Solo uomini e donne potevano farlo tornare e c’era solo un modo perché accadesse. Era il loro cuore a doverlo chiedere. Il cuore della gente.

Aurora se ne stava nella sua camera da letto. Non poteva uscire, continuava a piovere e quindi ingannava il tempo. Ma sistemare i giocattoli, pettinare le sue splendide bambole e avere cura del suo piccolo orso Smily non bastava più. “Perché la pioggia è così tanto arrabbiata con noi?!” continuava a ripetersi. E fu proprio in quel momento che sentì una voce. Era Smily. Il suo piccolo orso si animò. Non poteva credere ai suoi occhi. Se lo mise sulle ginocchia e, con occhi sgranati dallo stupore, stette ad ascoltarlo. “Tu hai un nome speciale. Tu puoi farlo tornare. E’ solo nascosto e tu sai dove. Se lo trovi, lui tornerà. Non può piovere per sempre”. E fu così che Aurora, sparì.

La città era sempre più triste, ed i genitori di Aurora disperati. La loro piccola era svanita nel nulla. Nessuno l’aveva vista, nessuno sapeva dove fosse. Solo un biglietto sul comodino, nient’altro. “Non può piovere per sempre”. Tutta la città si era mobilitata per trovarla. Cartelli dappertutto, telegiornali, radio… Niente. Sparita. Ma all’improvviso accadde qualcosa di inaspettato. La pioggia cessò di colpo, come una mano divina che chiude il rubinetto dell’acqua. In principio fu una luce fioca, poi un urlo. “Guardate!!! Là… Verso la strada che conduce alle montagne!!!”.

Fratello Sole stava lentamente tirando su la testa, come un cucciolo che si stiracchia dopo un lungo sonno. All’orizzonte, una sagoma di bimba che sorrideva come nessuno era stato in grado di fare in quei lunghi giorni di pioggia. E quando fu più vicina, tutti si accorsero che Aurora stava tornando a casa con un piccolo orsacchiotto in mano.

1 commento:

Anonimo ha detto...

se la gente ci credesse veramente...credesse veramente al potere che c'e' dentro ognuno di noi, alla forza di volonta' e alla voglia di vivere con felicita', avremmo un mondo piu' sano e spensierato e piu' giusto e piu' onesto e......PIU' BELLO !!!!!

ti amo
Mary